Oggi sono andata a fare un giro alla Basilica di Superga. La notizia che entro un mese potrebbe chiudere al pubblico mi ha davvero sconvolta.

Superga rappresenta un punto di interesse per tutta la Regione, ma soprattutto per Baldissero e i comuni che confinano con la Basilica e le attività commerciali e turistiche.

Ricordo che prima di arrivare a vivere qui, andavo spesso a Superga e quando abbiamo iniziato a cercare casa abbiamo scelto Baldissero proprio per goderci la bellezza di questa zona.

La possibile chiusura sarà un grave danno per il nostro territorio: culturale e turistico che colpisce uno dei simboli di Torino, Patrimonio dell’Unesco e dell’arte barocca.

Non si tratta infatti solo dell’ingresso alla Cripta Reale, dove riposano i Savoia, o la salita alla cupola della chiesa, riaperta da pochi anni, ma come abbiamo saputo dalle notizie pubblicate sui giornali, lo stesso accesso alla basilica, e alle funzioni religiose non saranno più possibili.

Mi spiazza che dietro questa ipotesi, che nessuno ha ancora a smentito, ci siano questioni burocratiche e di relazione tra gli enti che la gestiscono: l’Ordine dei Servi di Maria, l’Agenzia del Demanio, proprietaria del bene, e di riflesso la società che ha in gestione le attività museali.

Solo pochi giorni fa ero uscita con un post sulla necessità di fare rete tra gli enti territoriali nell’ambito della manutenzione delle strade e delle opere pubbliche per non incappare in rallentamenti e disservizi, e ora quel post è quanto mai attuale. È fermamente necessario che anche nel settore culturale si creino dei tavoli di collaborazione affinché non si perda un patrimonio storico culturale, fondamento del nostro Paese. 

Se non si trova una soluzione intervenendo in rete tra Regione, Comuni, enti religiosi e privati il capolavoro di Filippo Juvarra è destinato a chiudere a tempo indeterminato, sia ai fedeli e che al pubblico

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